Una delle forme più diffuse di tumore è quello alla prostata. Secondo i dati riferiti al 2017 in Italia sono stati certificati 34.800 nuovi casi, una malattia che incide per il 20% in tutte le forme del cancro riguardanti il genere maschile. Normalmente si tratta di un male con esito mortale basso, a patto però che si intervenga in tempo: oltre il 90% delle persone viva infatti ancora cinque anni dopo la data in cui gli è stato diagnosticato il problema.

E qui si innesta un altro problema perché, come rivelato da una ricerca presentata dalla Società italiana di urologia (al congresso di Riccione), addirittura un maschio europeo su due non sa che la prostata fa parte del proprio corpo. Si tratta di una percentuale del 54%, per di più convinta che si tratti di un organo femminile. L’esatta metà di questo 54% (il 27%) poi non sa neppure dove la prostata si trovi.

L’indagine è stata effettuata dall’Associazione Europea di Urologia su un campione di 2.500 uomini, appartenenti a cinque nazioni diverse: Francia, Germania, Italia, Spagna e Gran Bretagna. Ha inoltre evidenziato come il 27% degli intervistati non sa che la prostata potrebbe ammalarsi di tumore (un problema che oggi può essere affrontato con tipologie di intervento personalizzate). Non si dà peso a fattori come la difficoltà di urinare (soprattutto a iniziare questa operazione) o all’eccessiva frequenza. E poi a presenza di sangue nelle urine e nello sperma, alla sensazione di non riuscire a completare l’atto di urinare. Sempre secondo questa indagine, ben il 43% degli uomini non va dal medico in caso di presenza di tali sintomi.

La consapevolezza dei sintomi è decisiva nella diagnosi precoce. Per questo è ripartita in Italia la campagna #Controllati. E per questo è decisivo affidarsi a degli specialisti. Come quelli che che si trovano su VisitApp, l’app che permette di fissare un appuntamento in poliambulatorio privato, nel momento più opportuno e nella situazione più comoda.

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